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​A 70 anni a piedi fino a Santiago di Compostela, l’avventura di Angelo Biscardi

Nicola Palmiotto
Angelo Biscardi sul Cammino di Santiago
Il giovinazzese ha percorso 340 km da Oviedo alla tomba dell'apostolo Giacomo: «Cosa mi ha spinto a farlo? Volevo capire se alla mia età potevo ancora vivere una esperienza simile»
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Non è mai troppo tardi per vivere una grande avventura. Nemmeno a 70 anni. Chiedere per conferma al giovinazzese Angelo Biscardi che, insieme ad un amico, dal 12 al 28 giugno scorso ha percorso il Cammino di Santiago: 334 km a piedi in 15 giorni da Oviedo fino alla tomba dell’apostolo Giacomo. «Cosa mi ha spinto a farlo? Volevo capire se a 70 anni potevo ancora vivere una grande avventura», assicura Biscardi.

SILENZI E SERENITÀ Un’esperienza fortissima in cui la fatica di percorre sentieri di campagna con addosso uno zaino di 10 kg si sublima in qualcosa di diverso. «Camminavamo 7-8 ore al giorno – continua il giovinazzese -, facevamo in media 18-20 km, qualche volta anche 30. I silenzi tra di noi a volte erano lunghissimi e assoluti. Lungo la strada ho trovato la serenità e un equilibrio interiore». Non è la prima volta che Biscardi si cimenta a piedi lungo la strada che porta a Santiago de Compostela. Ci aveva provato quattro anni fa sulla Via de la Plata, quella che parte da sud, ma dopo 280 km era stato costretto a mollare per un problema alla schiena. «La paura di non farcela c’era, non puoi mai prevedere come avrebbe reagito la schiena».

DIECI GIORNI TREMENDI Stavolta forse la prova è stata ancora più dura. I due si sono confrontati con il Cammino Primitivo, che si ritiene sia il primo cammino Giacobeo di cui si hanno informazioni che ripercorre l’itinerario seguito dal re Alfonso II il Casto nel IX secolo attraverso Asturie e Galizia. «Abbiamo timbrato la credenziale a Oviedo e siamo partiti, ma i primi 10 giorni sono stati tremendi. La strada è un continuo susseguirsi di salite e di discese ripide e i sentieri erano a volte impraticabili, perché ricoperti di fango, infatti nei giorni precedenti infatti aveva piovuto moltissimo. Però il panorama è favoloso: spazi immensi con montagne, ruscelli e bellissimi paesini. Poi in Galizia, dove abbiamo percorso le ultime quattro tappe, invece il paesaggio cambia».

L’ARRIVO Tineo, Borres, Lugo, Melide e il Monte do Gozo, sono state le tappe principali del viaggio. «Fino a Melide, dove il Cammino Primitivo incrocia quello Francese, abbiamo trovato pochissima gente. Ho capito che siamo arrivati a destinazione in cima al monte Gozo: da lì ho visto tutta la città di Santiago che si stendeva ai miei piedi e ho provato qualcosa di indescrivibile, la soddisfazione di aver raggiunto un traguardo». Durante la strada i due pellegrini hanno incontrato altri viandanti provenienti da tutte le parti del mondo. «Ho notato molte ragazze che camminavano da sole, ma c’era molta gente, ognuno con la sua storia. Ci ritrovavamo ai punti di ristoro o la sera, magari davanti ad un piatto di pasta, con qualcuno di loro abbiamo fatto amicizia». Insomma un’avventura che va provata almeno una volta nella vita e forse anche riprovata: «Riprovarci? Non so se l’età me lo consente, ma non si sa mai: lascio sempre aperto uno spiraglio».

martedì 10 Luglio 2018

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filippo carrieri
filippo carrieri
5 anni fa

bravissimo una bellissima avventura e un coraggio che non è da tutti.

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