Cronaca

Il punto di primo intervento di Giovinazzo chiuderà il 1° gennaio

La Redazione
Il punto di primo intervento di Giovinazzo
Entra in vigore il decreto ministeriale 70. Depalma: «Verificheremo le intenzioni dell'Asl e cercheremo una mediazione». Nico Bavaro: «Decisione scellerata»
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Dal 1° gennaio addio al punto di primo intervento territoriale di Giovinazzo. Secondo quanto trapela da fonti interne alla sanità pugliese nel 2018 entra in vigore il piano operativo siglato da Regione e Governo che impone quanto previsto dal decreto ministeriale 70 del 2015 (definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici enquantitativi relativi all’assistenza ospedaliera). In pratica tutti i punti di primo intervento che non garantiscono 6000 accessi annui vengono chiusi e sostituti da una postazione di 118.

In realtà il provvedimento era nell’aria già da tempo e durante la scorsa estate si erano fatte le prove generali con il dimezzamento (poi revocato) dell’orario di servizio, che non veniva più garantito nelle ore notturne. Adesso però arriva molto probabilmente la parola fine sul punto di primo intervento territoriale di Giovinazzo, così come per quelli di altri dieci comuni della provincia di Bari. Proprio questo sembra l’argomento sul tavolo della riunione che si terrà lunedì prossimo, convocata dai vertici dell’Asl con i Sindaci dei comuni coinvolti.

Un fatto che non può lasciare indifferenti i cittadini giovinazzesi perché significa penalizzare i servizi sanitari erogati sul posto, che sebbene minimi garantivano un presidio costante. «Verificheremo le intenzioni dell’Asl – afferma il sindaco di Giovinazzo Tommaso Depalma -. Si tratta di un riordino generale che coinvolge anche altri Comuni. La nostra intenzione è quella di mediare e di limitare al massimo i danni».

Per Nico Bavaro, segretario regionale di Sinistra Italiana, si tratta di una «decisione scellerata sulla salute, assunta sulla pelle dei cittadini pugliesi, in questo caso di quelli della provincia di Bari». In una nota Bavaro ha aggiunto: «La rete dell’emergenza-urgenza pugliese è in estrema difficoltà: strutture, mezzi e personale non sono sufficienti a garantire una sostituzione di questo tipo. La Asl di Bari e la Regione Puglia dovrebbero essere consapevoli di questo enorme problema, dovrebbero quindi bloccare immediatamente l’applicazione del decreto ministeriale 70 e lasciare, anche ingaggiando una battaglia con il governo centrale, delle strutture che nei territori garantiscano quantomeno un primo intervento in caso di necessità».

giovedì 14 Dicembre 2017

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