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Tutti i comuni guardano alla zona Asi, da Giovinazzo nessun cenno

La Redazione
Zona industriale Molfetta
La città è destinata a rimanere ai margini?
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È ormai corsa nel cercare di ampliare la zona Asi. Il comune di Molfetta assicura di voler risolvere i problemi legati al rischio idrogeologico presente nella sua area commerciale e industriale proprio per mettere a disposizione del Consorzio ulteriori ettari di territorio. Ma non solo. Adesso è anche Terlizzi che vuole mettere a disposizione 46 ettari del proprio territorio. E poi anche Bisceglie chiede di entrare nel Consorzio, mentre da Bari arrivano notizie dell’avvio di importanti impulsi alla digitalizzazione dei giovani. Formazione professionale in poche parole, messa in relazione agli sviluppi e ai nuovo insediamenti industriali che ormai sono certi. 

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E Giovinazzo? qui tutto tace. Non un cenno su quelle che sono le intenzioni dell’Amministrazione in carica. «Si dorme – scrive il Comitato per la Salute Pubblica – abbagliati dalle luci natalizie e dalle solite smanie ciclistiche che tanto danno hanno fatto alla reale sostenibilità ambientale». Le uniche notizie certe, e ormai risalgono a qualche anno fa, sono quelle relative alla paventata volontà degli amministratori comunali di Giovinazzo di uscire dal Consorzio Asi, con la creazione di una apposita commissione consiliare presieduta da un ex sindaco. «Non una parola – scrive il Comitato – sulla scomparsa dei fondi pubblici destinati a infrastrutturare l’area Giovinazzo – Bitonto, non una parola sule ripetute assenze dalle riunioni decisive sui piani del Consorzio. Né dicono nulla su quel vero buco nero rappresentato dall’assurdo e inconcepibile divieto di installazione delle antenne per la trasmissione 5G. Una vera iattura che, in tempi di pandemia, pone ostacoli alla telemedicina, alla formazione dei giovani, al progresso». Fu una delibera di consiglio comunale a sancire il divieto di installazione delle nuove tecnologie in tema di telefonia cellulare. 

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E mentre il mondo va avanti, Giovinazzo si ferma. E si ferma, secondo il Comitato, a quanto realizzato con i fondi recepiti dalle precedenti amministrazioni. «Basti guardare – insiste il Comitato – la casa di riposo, l’ex macello e carcere che lasceranno nello stato come li hanno trovati. Anche i megapiani buoni per raccogliere applausi e consensi sul web sono destinati a risolversi in cenere. Come il famoso masterplan presentato dai privati sulle ex Afp, fatto proprio dal Comune per far passerella a Urbano Promo a Milano, ma che finirà nel nulla a causa dell’autorizzazione concessa dallo stesso Comune ad abbattere i capannoni industriali e far pulizia». 

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Intanto questo pomeriggio si celebrerà l’ultimo consiglio comunale dell’anno. All’ordine del giorno essenzialmente debiti fuori bilancio. «È questo il lascito dei nostri amministratori» conclude il Comitato. 

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mercoledì 29 Dicembre 2021

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