Cronaca

Tap, la polizia forza il blocco dei manifestanti. Tra i contusi anche Nico Bavaro

La Redazione
Melendugno
Un gomito indolenzito e tanto spavento per il segretario regionale di Sinistra Italiana presente stamattina al presidio di Melendugno
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Un gomito indolenzito e tanto spavento. C'era anche Nico Bavaro, segretario regionale di Sinistra Italiana, stamattina a Melendugno tra i manifestanti oggetto di alcune cariche da parte delle forze dell'ordine mentre presidiavano il cantiere del Tap (Trans adriatic pipeline), un gasdotto, che parte dal mar Caspio e che sbocca proprio sul litorale salentino.

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«Eravamo al telefono con il presidente Emiliano quando hanno cominciato a caricare – racconta Bavaro con la voce ancora provata-. La prima carica ha avuto l'effetto di accerchiare i manifestanti, poi la polizia si è largo avanti a colpi di scudo, liberando la via di accesso al cantiere. Non vedevo una cosa così da molti anni, è stata gestita in maniera molto aggressiva».

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La protesta, a cui hanno partecipato otto Sindaci della zona e altri rappresentanti delle istituzioni, tra cui tre consiglieri regionali, ha avuto luogo per lo spostamento di circa 200 ulivi (che al termine dei lavori dovranno essere ricollocati nella posizione originaria), un'operazione necessaria per la costruzione di una parte dell'opera. Proprio davanti al cantiere, da cui dovevano uscire i camion con a bordo gli alberi espiantati, si è creato il presidio, che secondo Bavaro, era composto da circa 300 persone «cittadini, studenti e agricoltori, gente inerme», aggiunge.

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«Non ci sono stati tafferugli, nessuno ha minacciato le forze dell'ordine, anzi alcuni sono stati trattenuti sotto il sole per diverso tempo il che ha procurato dei malori», precisa Bavaro.

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Le ragioni della protesta

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«Noi siamo contrari all'opera – conclude il segretario di SI-. Ma nella fattispecie è stato cambiato il percorso senza che però ci sia stato il via libera della valutazione di impatto ambientale. Ci chiediamo perché viene comunque consentito l'espianto degli ulivi, perché è necessario affrettare i tempi? Forse perché da aprile a novembre c'è una legge regionale che vieta l'espianto, quindi si allungherebbero i tempi». 

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martedì 28 Marzo 2017

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