Politica

Quel 25 Aprile di qualche anno fa

La Redazione
Il 25 Aprile di qualche anno fa
Giovani, Politica, Sindacati
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Si arricchisce di un nuovo episodio il nostro «amarcord». Racconta di quella che potremmo chiamarla un'epoca, per il fermento politico che c'era a Giovinazzo. I giovani erano impegnati a tutto tondo, la forza dei partiti si faceva sentire, quella dei sindacati altrettanto. E' un pezzo di storia che potrebbe scomparire, ma che grazie ai ricordi dei protagonisti torna vivida grazie alla memoria di chi quegli anni li ha vissuti appieno. Quello che proponiamo è a firma di Domenico Miccione.

In occasione del 25 aprile, anche quest’anno, si sono svolte le solite cerimonie di commemorazione nella villa comunale, alla presenza delle autorità e dei rappresentanti politici e sindacali. La visione delle foto, mi ha fatto ricordare un episodio significativo della mia gioventù. Correva l’anno 1976, quando le discussioni dei ragazzi, il sabato sera, non erano se si andava al sushi oppure al pub o in discoteca, ma se si andava a teatro, piuttosto che al cinema o a mostre o concerti, o al massimo a fare una schitarrata al mare cantando Guccini, Degregori, Battisti e Dalla. Tre giovani artisti di belle speranze, tali Franco Cortese, Giuseppe Palmieri e Mimmo Miccione, all’epoca poco più che ventenni, idearono una performance (oggi si parlerebbe di “installazione”) molto particolare da presentare nella villa comunale, esattamente dove si trova il celebre monumento ai caduti. Furono realizzate due scene che richiamavano, la prima la strage del treno Italicus del 1974, la seconda l'esecuzione di partigiani durante la resistenza. Nei pressi anche una mostra di quadri dei tre giovani e un cartellone che spiegava la installazione. Nella realizzazione grande aiuto fu dato dai tanti “ragazzi del CSEP”, eccezionale e unico esperimento di Centro sociale, fucina di democrazia, realizzato a Giovinazzo, da cui poi tutto nacque. Dal gruppo teatrale (poi moduloesse), a Radio Popolare, alla cooperativa agricola, ai gruppi musicali, fotografici, artistici, nonché ai contributi nei grandi partiti politici di massa e in particolare di Democrazia proletaria (non sarebbe male se qualche storico a distanza di quasi 50 anni da quella esperienza, facesse uno studio su quella che è stata la massima esperienza aggregativa di giovani e lavoratori nella storia di questo paese). Furono acquisite tutte le autorizzazioni dal Comune e dai carabinieri, e il tutto fu sponsorizzato dai sindacati CGIL-CISL-UIL e soprattutto dalla locale sezione FIOM, all’epoca fortissima e organizzata struttura sindacale, che poteva contare su un grande numero di operai sia delle AFP che della MeCa. La performance ebbe un grande successo di pubblico e di critica e fu visitata da tantissimi cittadini sorpresi per qualcosa mai visto prima. La cosa ebbe tanto successo che fu replicata il 1 maggio presso la villa di Molfetta, sempre sponsorizzata dal Comune e dalle organizzazioni sindacali. Purtroppo però ci fu un intoppo… infatti alle 8,30 del mattino i carabinieri circondarono il sito della performance e portarono gli organizzatori in caserma, dove furono identificati e dove spiegarono che ci erano state proteste di privati cittadini “spaventati” dal sangue e dai cadaveri. Dopo poco tempo furono tutti rilasciati a seguito della immediata mobilitazione della Fiom molfettese e anche di Giovinazzo, i cui operai si ritrovarono protestando intorno alla caserma, nonché dell’intervento dell’allora Sindaco di Molfetta e presidente RAI, sen. Beniamino Finocchiaro, che si precipitò in caserma per spiegare il tutto e per fare rilasciare immediatamente i ragazzi. 

giovedì 5 Maggio 2022

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