La diocesi ricorda don Mimmo Amato nel secondo anniversario della sua scomparsa. Per ricordarlo ancora e pregare in suo suffragio oggi, mercoledì 4 ottobre, alle 18,30 presso la parrocchia Madonna della Pace di Molfetta sarà celebrata una messa presieduta da Monsignor Felice di Molfetta.
La vita personale ed ecclesiale è andata avanti – si legge in una nota diffusa dall’ufficio comunicazioni sociali diocesano -, ma non si può dimenticare il volto, la parola, il pensiero, l’opera di una persona speciale della quale avvertiamo forte l’assenza.
Don Mimmo ha espresso una multiforme competenza umana e sacerdotale riconosciuta dai vescovi che con piena fiducia gli hanno affidato incarichi di rilievo, dei quali richiamiamo i più rilevanti.
Ordinato da Mons. Antonio Bello il 18 maggio 1985, fu da lui nominato viceparroco alla Concattedrale di Terlizzi e poi rettore del Seminario diocesano; assistente diocesano del settore giovani di AC e assistente nazionale del Movimento studenti di AC. Monsignor Donato Negro gli affidò la direzione di Luce e Vita, che guidò per 17 anni, e lo nominò parroco alla Madonna della Pace. Monsignor Luigi Martella gli affidò il delicato compito di vicepostulatore della causa di Canonizzazione di don Tonino Bello, poi di vicario generale. A livello di Metropolia, Monsignor Francesco Cacucci lo chiamò alla direzione dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Bari.
Tanti altri i ruoli a livello di Curia e come Assistente in Confraternite e Associazioni, nonché nella docenza di teologia.
Il vescovo Domenico Cornacchia, che lo aveva conosciuto da molti anni, così lo ringraziava, ad un anno dalla morte: «Grazie don Mimmo per la tua umanità, vero sacramento-segno dell’amore di Gesù tra noi; per la tua preparazione e profondità intellettuale e teologica; per la tua simpatia, per il tuo umorismo, per la parola giusta, incoraggiante e luminosa. Da te, caro don Mimmo, abbiamo imparato la coerenza, la fedeltà e la fiducia nella Chiesa. Tu non amavi le mezze misure!»
Era un punto di riferimento per tutti quale elemento di mediazione tra i sacerdoti e tra i laici.