«È di pochi giorni fa il comunicato stampa in cui il Sindaco e l’Assessora Piscitelli propagandavano trionfalmente la nascita nientepopodimeno che del brand Giovinazzo: due persiane verdi accompagnate dalla frase “Affacciata sulla bellezza”». Comincia così una nota diffusa da PrimaVera Alternativa sulla vicenda del brand di Giovinazzo, presentato ufficialmente dall’amministrazione comunale nei giorni scorsi.
«Un logo – prosegue Pva – elaborato dalla società a cui con determina del 12 luglio 2019 era stato affidato il compito di elaborare un sistema d’identità per la città di Giovinazzo. In questa sede non vogliamo esprimere alcun giudizio estetico sul logo, ma la vicenda del “brand” ci appare a dir poco oscura (a voler usare un eufemismo)! Possibile, infatti, che Sindaco e Assessora non si siano accorti che quello stesso logo, con la medesima frase “Affacciata sulla Bellezza”, costato ai giovinazzesi quasi 40mila euro, era già stato utilizzato dal Comune di Giovinazzo nel mese di Giugno dell’anno 2019, e dunque prima dell’aggiudicazione della gara sul brand, avvenuta come si è detto il 12 luglio 2019! Basta dare un’occhiata al manifesto commissionato da Depalma e dall’assessora Piscitelli per la manifestazione di conferimento della cittadinanza onoraria a John Turturro, per accorgersi che compare in basso accanto allo stemma della Città di Giovinazzo! Ed allora: perché pagare decine di migliaia di euro per un logo che l’amministrazione già utilizzava prima dell’aggiudicazione della gara? Come faceva l’amministrazione a detenere sin da Giugno 2019 un logo creato da una società che a quella data non risultava ancora aggiudicataria della gara? La società aggiudicataria ha copiato un logo già utilizzato dal Comune o a vincere il bando è stata proprio la società che quel che logo aveva già creato e consegnato all’amministrazione prima di vedersi aggiudicare la gara (con la certezza, quindi, di essere sicura vincitrice prima ancora della valutazione delle diverse proposte)? Sono domande alle quali pretendiamo risposte immediate, perché ci sono almeno 40mila buone ragioni per vederci chiaro!».