Cronaca

Una storia che non deve finire

mino ciocia
Gazzetta del Mezzogiorno
La crisi della Gazzetta e lo spettro del fallimento
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Impossibile non parlarne. La Gazzetta del Mezzogiorno è sull’orlo del fallimento, dopo che l’editore Ciancio Sanfilippo ha fatto sapere di voler mettere in liquidazione il quotidiano. Il fallimento lo ha chiesto la Procura della Repubblica di Bari, ha chiesto di portare, come si dice in maniera popolare, «di portare i libri in Tribunale». La stessa Procura, però ha dato la possibilità dell’esercizio provvisorio fino al 9 giugno, data prevista per la prima udienza che segnerà il confine tra la vita e la morte di un giornale che è in edicola da 133 anni, e che nel bene o nel male ho informato la Puglia e la Basilicata. Perché un giornale, quel giornale deve continuare a essere in edicola.
Perché è necessario che questo avvenga. È impossibile non parlarne per chi, come chi scrive, ha lavorato per e con la Gazzetta, per poco meno di 20 anni.Non sta certo a noi voler sapere il perché l’editore si vuole liberare della Gazzetta, così come non sta a noi sapere come mai non ci siano imprenditori pugliesi che vogliano rilevare le azioni del giornale. ma come scrive il direttore Giuseppe De Tomaso nel suo editoriale di ieri sulle pagine del suo giornale, «la classe politica, nazionale e regionale, ha brillato per la sua assordante inazione sul caso Gazzetta, che si è limitata solo a messaggi di solidarietà».
Di certo, in questi anni, in più di 20 anni, di problemi il giornale ne ha dovuto affrontare e superare. Dalla crisi dell’editoria, quella della carta stampata, alla conseguente mancata evoluzione del giornale in senso multimediale, a scelte non al passo con i tempi.Per arrivare all’oggi, al disinteresse che no è solo verso un giornale, ma verso la Storia di due Regioni. I giornalisti de «La Gazzetta», i redattori come i collaboratori, i poligrafici e gli amministrativi, nonostante tutto stanno garantendo le uscite del giornale. Lo troviamo ancora in edicola. Nessuno si è disimpegnato. Anzi c’è la possibilità che si formi una cooperativa che possa rilevare la proprietà.
Tutti i dipendenti sono pronti a questo. Perché quando un giornale muore, è sempre un danno per tutti.

lunedì 18 Maggio 2020

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