Cronaca

Ciclovia Giovinazzo-Santo Spirito: incrocio pericoloso per semaforo danneggiato

La Redazione
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«A chi spetta ripararlo?»
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«Semaforo a chiamata per ciclisti sulla pista ciclabile all’uscita da Giovinazzo, in direzione Bari. Rotto il pulsante e i cavi sono allo scoperto. Da quanto tempo il semaforo è rotto? A chi spetta ripararlo immediatamente? Possibile che nessuno se ne sia accorto?». La segnalazione arriva, attraverso lal sua pagine facebbok, da Lello Sforza, storico ciclista urbano, diventato suo malgrado, ormai da decenni, esperto di ciclabili e mobilità sostenibile. Sono decine le sue denunce sulle piste ciclablili realizzate, per così dire in modo approssimativo. E al suo occhio non è sfuggita al Giovinazzo Santo Spirito.
«Mentre veniva realizzata la pista ciclabile che unisce Santo Spirito a Giovinazzo e che di fatto sarebbe un pezzo di ciclovia Adriatica della rete nazionale Bicitalia (ma forse nessuno lo sa perché non esiste nessun segnale stradale che lo ricordi), veniva realizzato lo svincolo di accesso e di uscita verso la 16 Bis. Ovviamente nessuno aveva fatto caso che la nuova intersezione avrebbe compromesso e di molto la sicurezza dei ciclisti per l’apertura al traffico di un centinaio di metri di ciclabile, da quel momento in poi solo “attraversamento ciclabile“ non in sicurezza. Successivamente è stato messo un semaforo a chiamata per i ciclisti che consente di attraversare quella intersezione senza essere buttati giù come dei birilli. Ma adesso il semaforo a chiamata è rotto. A chi spetta la manutenzione e la sua riparazione in tempi rapidi? Ok che siamo ad agosto, ma il danneggiamento non sarà accaduto ieri. O no? E se nel frattempo un ciclista viene investito chi ne risponde?».
Il punto di Sforza è anche sulla progettazione della ciclabile. «La pista ciclabile – scrive – che in corrispondenza dell’ex lido Lucciola porta a Giovinazzo, dovrebbe essere dotato di un attraversamento sicuro per chi arriva dal lungomare di Santo Spirito. Come per le strade carrabili, anche le ciclabili devono essere accessibili in sicurezza. All’epoca i progettisti non ci fecero caso evidentemente. Successivamente fu realizzato, controsenso, svoltando a destra dalla stradina che arriva da mare, un passaggio un po’ ardito che poi in corrispondenza del semaforo presentava un attraversamento, oggi completamente sbiadito. Invece sarebbe più logico creare in direzione del senso di marcia da chi in bici arriva da mare, un attraversamento ciclabile che arrivi direttamente di fronte, prolungando di qualche metro la ciclabile sulla strada, per favorire l’accesso e l’uscita dalla ciclabile sull’ex statale 16».
Sforza, in conclusione, si dice «disponibile ad accompagnare sul posto qualche tecnico comunale di buona volontà per fare qualcosa a vantaggio della sicurezza dei ciclisti».

venerdì 7 Agosto 2020

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