Cultura

L’Italia torni protagonista nel Mediterraneo

La Redazione
La biblioteca della Vedetta sul Mediterraneo
I possibili scenari futuri discussi nel corso di un dibattito online
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L’evento è stato molto seguito. Gli organizzatori soddisfatti, nonostante l’incontro sulla «Geopolitica del Mediterraneo: confini e frontiere», questo il titolo, sia avvenuto attraverso i canali Facebook della Vedetta sul Mediterraneo e Lorenzo Scaraggi – Vostok100k e sul canale YouTube, Vostok100k. Oltre 5mila contatti, condivisioni della diretta sui canali ufficiali della Marina Militare, dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e Limes – Rivista italiana di geopolitica.
nSignificativa la costruttiva attenzione degli studenti della Scuola Sottufficiali della M.M. di Taranto, dell’Accademia Navale di Livorno, dell’Istituto di Studi Militari Marittimi di Venezia e del Liceo Statale “G. Bianchi Dottula” di Bari, questi i dati forniti, che testimoniano come l’attenzione sul tema sia stato di alto interesse, visto il ruolo che l’Italia potrebbe e deve giocare, da protagonista, sugli equilibri politici che regolano i traffici nel mar Mediterraneo. L’evento è stato il secondo appuntamento della rassegna Dialoghi Mediterranei. Dai lavori sono emerse due sollecitazioni: la prima è la necessità, come ha sottolineato Luca Sisto, direttore di Confitarma, di  una «governance» centrale nazionale in grado di guidare il rilancio della marittimità, e la realizzazione di una strategia sinergica tra le diverse istituzioni. Una cabina di regia, dunque, che, supplendo allo smantellamento dell’ex Ministero della Marina Mercantile, investa nella «blue economy», nel trasporto «verde» e nella «shipping industry». 
nLa seconda sollecitazione è l’approvazione di una proposta di legge sulla realizzazione di una ZEE italiana nel Mar Mediterraneo. A proporla l’Ammiraglio Fabio Caffio. L’obiettivo di queste sollecitazioni è quello di tentare di riportare centralità all’Italia del mare, e recuperare il ritardo accumulato rispetto ad altre nazioni che si affacciano sul Mare Nostrum. La posizione strategica dello Stivale può diventare lo snodo centrale per i traffici che uniscono l’oriente e l’occidente con il resto d’Europa. «Attualmente l’Italia – come ha sottolineato Lucio Cracciolo – per la mancanza di unità politica e culturale, è vulnerabile agli occhi degli altri Paesi europei.  Così il grande privilegio che la geografia ha assegnato allo Stivale, essere una sorta di molo di collegamento tra la massa continentale europea e quella africana, un corridoio “inaggirabile” nella rotta fra Indo-Pacifico e Atlantico, rimane vuota potenzialità». Unanime il consenso  sulla riscoperta e il «take off» della marittimità italiana. In tal senso, l’esperienza della Puglia potrebbe costituire un esempio. Non tanto per i suoi 800 km di coste, ma per la funzionale sinergia tra Enti, Università di Bari Aldo Moro, Marina Militare, realtà portuali, la nostra Regione si scopre un valido laboratorio di cooperazione intersettoriale. 
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martedì 2 Febbraio 2021

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