Per quattro anni Gaetano Dagostino ha retto da presidente il Comitato Feste Patronali. Gli ultimi due, compreso quello in corso, sono stati i più difficili, gestiti con la pandemia in corso. E se adesso, come appare, il peggio è passato, le regole per evitare nuovi contagi e la ripresa della circolazione del virus devono essere più che mai rispettate. Sono stati quattro anni speciali – ha detto Dagostino nel corso della presentazione in Cattedrale della traccia che la Festa seguirà – Abbiamo sempre Privilegiato l’aspetto liturgico». Nonostante le restrizioni imposte dal Covid e le difficoltà di organizzare i festeggiamenti in maniera più ampia, l’intenzione del Comitato è quello di portare l’Icona della Madonna di Corsignano, patrona della città, verso i suoi fedeli.
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Per questo avverrà, il 22 agosto, giorno dedicato alla Patrona, la traslazione dell’Icona in piazza Vittorio Emanuele, dove sarà celebrato il Pontificale presieduto dal Vescovo don Mimmo Cornacchia. Nella piazza saranno sistemate le sedie a un metro di distanza l’una dell’altra per consentire il distanziamento tra i fedeli, e per il momento dell’uscita dell’Icona dalla Cattedrale, sarà allestito uno schermo gigante per seguire in diretta l’evento, non essendo possibile sostare nei pressi della Cattedrale, sempre per ragioni di sicurezza. Nei prossimi giorni sarà pubblicato il calendario completo dei festeggiamenti in onore della Madonna di Corsignano.
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A proposito di manifestazioni pubbliche di fede. Dappertutto tornano i caroselli per la nazionale e cadono i limiti all’aperto, ma dopo due anni di virus le processioni e le feste religiose restano tutte cancellate. L’accordo del 2020 tra Cei e Governo le permetteva, pur con precise norme anti-Covid, ma ultimamente i Vescovi hanno previsto restrizioni addirittura più severe della legge. Le hanno vietate, senza motivi validi.
Quelli che partecipano alle celebrazioni religiose sono gli stessi che poi vanno in spiaggia o tifano Italia. Eppure nel primo caso pare che si infettino negli altri no. Qualcuno dovrebbe spiegare la disparità di trattamento.
Qualcuno dovrà poi spiegarci perché dopo la vittoria della nazionale ci si può assembrare come si vuole senza che nessuno obietti mentre per le feste religiose c'è la prevenzione più assoluta. Si vietano e basta.